Non mi sembra giusto dirti "addio", con quel significato definitivo di separazione e distacco, senza limiti e senza confini.
Mi viene spontaneo dirti "arrivederci" in una dimensione meno tragica e crudele di quella che hai lasciato a noi.
Mi mancheranno terribilmente le telefonate con cui discutevamo sulle soluzioni da adottare per risolvere sia i problemi quotidiani di mobilità autonoma e sicura dei disabili della vista, ma anche sulla validità di soluzioni a problematiche meno assillanti sul piano della vita di ogni giorno, ma ugualmente fondamentali per la completezza della personalità umana, per assicurare a tutti le pari opportunità anche nel settore della conoscenza delle opere d'arte figurative.
E già avverto il vuoto che mi attende fra un mese, a Pasqua, quando si interromperà la tradizione trentennale dello scambio di auguri per le Festività natalizie e pasquali, con quei messaggi mai banali o stereotipati, ma sempre intrisi della tua profonda spiritualità cristiana.
L'unica consolazione è il sapere che ti è stata risparmiata la sofferenza di una lunga malattia e che il tuo trapasso è avvenuto mentre sognavi e voglio credere, come si legge anche in pubblicazioni scientifiche, che nel sogno ti sia apparsa l'abbagliante luce dell'Eterno e che tu abbia imboccato la via luminosa di cui parlano i redivivi.
Riposa in pace mio caro amico.
Giulio Nardone.
dal Corriere della Sera del 15/03/2022
FIRENZE. Era cieco fin dalla nascita ma sapeva guardare lontano. Da ragazzo amava giocare con il meccano e tutto ciò che è tecnologia lo ha sempre affascinato: girava con il suo computer portatile con la barra in braille, negli anni Settanta aveva ideato in collaborazione con l'UICI e l'IBM un corso per programmatori ciechi, dieci anni dopo un programma all'avanguardia per trascrizioni professionali. A Firenze si era battuto per i semafori intelligenti e per i percorsi tattili nei musei, come quello degli Uffizi.
Antonio Quatraro, consigliere nazionale ed ex presidente regionale della Toscana dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti, presidente regionale dell'Irifor (l'istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione) se ne è andato nel sonno domenica notte, a 76 anni.
"Una persona di rara cultura e disponibilità" lo ricorda il sindaco di Firenze Dario Nardella. "Dalle iniziative di sensibilizzazione contro i problemi della vista agli interventi urbani migliorativi della vita delle persone disabili, ha sempre rappresentato un valido interlocutore".
Era nato a Foggia, aveva studiato prima a Roma conseguendo il diploma di pianoforte e la maturità classica, e poi a Firenze dove si era laureato in Storia e filosofia. Ha insegnato musica, sostegno e tiflologia (scienza che studia le condizioni e le problematiche delle persone con disabilità visiva), aveva imparato l'inglese, il francese ed il tedesco. Quartaro era apprezzato per le sue competenze, ma anche per il garbo e la determinazione con cui portava avanti le proprie iniziative per le persone con disabilità, dall'abbattimento delle barriere (architettoniche e mentali) in città, alle opere "da toccare" nei musei, all'inclusione scolastica.
"Ha collaborato strettamente con le Gallerie per concepire e realizzare tante iniziative e progetti tesi a favorire l'accesso e la fruizione del museo alle persone ipovedenti e prive di vista" commenta il direttore degli Uffizi, Eike Schmit. "Abbiamo perso un amico e una persona che aveva dedicato la sua vita all'impegno per gli altri".
Per l'assessore al Welfare di Firenze Sara Funaro "se ne va un professionista serio che ha dedicato la sua vita impegnandosi per i più fragili, svolgendo un'attività importante al fianco delle persone con cecità e ipovedenti".
Per l'onorevole Rosa Maria Di Giorgi "era un amico, pieno di energia, vivace, generoso, competente. Grazie alla sua tenacia e alla sua lungimiranza abbiamo avviato tanti progetti che avevano al centro il valore della dignità umana, di qualsiasi persona, centrati sulla valorizzazione delle differenze. Con Quatraro la disabilità era sempre un ponte, mai un muro".
I funerali si terranno domani [16 marzo} alle 15 alla chiesa Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio a Campo di Marte. La sua famiglia ha espresso la volontà di non ricevere fiori, ma donazioni a favore della Unione italiana ciechi ed ipovedenti.
di Ivana Zuliani