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Il concetto di mobilità è sempre collegato, anche implicitamente, a quello di autonomia, in quanto un cieco accompagnato non avrebbe problemi nei suoi spostamenti, come non ne avrebbe un disabile motorio che viaggiasse su una portantina sorretta da quattro robusti giovanotti.


La mobilità autonoma, poi, dipende da tre fattori: la motricità, intesa come capacità fisica di spostare il proprio corpo, l'orientamento, inteso nel senso di capacità di finalizzare i propri spostamenti a degli obiettivi previsti e voluti, e la percezione degli ostacoli e dei pericoli. Orbene, il disabile motorio è capace di orientarsi e di evitare gli ostacoli, ma difetta nella motricità, mentre al contrario il cieco non ha problemi di motricità ma può incontrare gravi difficoltà nell'orientamento e nella percezione di ostacoli e pericoli.
Questa affermazione, che potrebbe sembrare ovvia e irrilevante, merita invece una attenta considerazione. Da un lato, infatti, capita spesso che occasionali accompagnatori di non vedenti si sforzino di sollevare quasi di peso i loro assistiti nella salita o addirittura nella discesa di scale, come se il problema fosse di natura muscolare e non semplicemente percettivo; d'altra parte si ritiene che dove siano presenti ampi spazi e non vi siano trabocchetti, il cieco possa spostarsi da solo senza problemi, trascurando il fatto che per lui un altro nodo centrale è quello dell'orientamento e che proprio in uno spazio vasto e senza riferimenti il cieco non sa dove dirigersi. Un'altra osservazione, ovvia ma importante, è quella che, essendo lo spostamento un concetto relativo, esso implica due entità: un soggetto che si sposta e un ambiente nel quale il soggetto si muove; ne consegue la necessità di esaminare da un lato le capacità del soggetto e dall'altro l'idoneità specifica dell'ambiente a favorire tale spostamento.
E' d'altronde intuitivo che non è lecito chiedere che l'ambiente venga adattato alle esigenze di soggetti svantaggiati, senza nel contempo agire per potenziare al massimo le loro capacità residue.
Sezione 4: Capacità soggettive: i corsi di orientamento e mobilità.
Il concetto di mobilità soggettiva di un non vedente va rapportato alla sua capacità di effettuare spostamenti autonomi, efficaci ed esenti da pericoli e da stress; in tale affermazione il solo termine che merita un chiarimento è quello di "efficacia", che potrebbe tradursi in quello di "ragionevole rapidità o tempestività", dato che il movimento implica una relazione spazio-temporale.
Tale capacità dipende sia da fattori organici e caratteriali scarsamente influenzabili o modificabili, sia da competenze acquisibili mediante un opportuno training, sia dall'uso di strumenti appropriati, sia infine dal miglioramento dell'ambiente in cui il disabile visivo deve muoversi. Lasciando agli psicologi il compito di motivare il non vedente ad una maggiore autonomia nei suoi movimenti, spetta agli istruttori di orientamento e mobilità quello di affinare le sue capacità percettive mediante gli appositi corsi. Questi sono fondamentali per acquisire delle competenze che consentono al cieco o all'ipovedente di cogliere, anche nel caos del traffico delle grandi città, quegli indizi di vario genere, uditivi, olfattivi, termici e cinestesici, che gli
indicano la strada da percorrere e gli suggeriscono il modo migliore per evitare ostacoli e pericoli. Tutti questi indizi sono utilizzabili solo dal cieco che conosca già i luoghi in cui si muove e che possa quindi collegare a ciascuno di essi una particolare collocazione spaziale. Ma gli unici che possono essere istituzionalizzati e predisposti proprio per fornire al disabile della vista informazioni utili per "l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo" (Art. 1.2.c D.P.R. 503/1996) sono quelli tattili posti sul piano di calpestio e le mappe a rilievo rintracciabili mediante speciali codici inseriti nelle piste tattili.
Circa i corsi di Orientamento e Mobilità, è importante che essi siano impartiti da docenti veramente preparati e con vasta esperienza, dato che si tratta di questioni di sicurezza e di incolumità personale.
Una garanzia di serietà e di preparazione professionale è data sicuramente dall'Associazione Nazionale Istruttori di Orientamento, Mobilità & Autonomia Personale (ANIOM&AP); e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

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